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Juventus Inter

lunedì 29 settembre 2008

Non ci siamo proprio!



la Repubblica - A un certo punto, s´era verso la fine del primo tempo, Antonio Cassano ha detto a Walter Mazzarri di calmarsi e non protestare più, che altrimenti l´arbitro l´avrebbe cacciato: se anche il genio ribelle ha vietato qualunque genere di anticonformismo, compreso il meno corretto, chi altri avrebbe potuto mescolare tutti gli zeri che ieri piombavano Marassi? Nessun, appunto, e gli zeri si sono messi in ordine a descrivere un risultato perfetto nella sua immobile rotondità, esatto nel modo in cui ha descritto Sampdoria-Juventus. Nemmeno al palo colpito da Del Piero al 20´ si può appendere qualche rivendicazione: in fondo, quell´azione è cominciata da un errore (la Samp ha aperto il centrocampo offrendo il fianco scoperto) e finita con un errore, perché il capitano ha sfruttato maluccio l´assist di Sissoko. Certi pali sono gol sbagliati, eccone uno. Mirante non ha avuto la soddisfazione di una parata, Manninger ne ha fatta una (su Dossena, il cui esterno destro aveva ottime potenzialità ma ha prodotto un tiro infiacchito) al secondo minuto di recupero, la Samp ha battuto un sacco di calci d´angolo (undici, a due) senza sfruttarne neanche uno in maniera adeguata e insomma non c´è zero a zero più preciso di questo. La Samp non ha avuto il coraggio di rischiare: logico, vista la classifica e le difficoltà di questo scorcio di stagione. Senza punte è dura segnare, i blucerchiati avevano imparato a farlo sfruttando la sfrontatezza delle mezze ali che però in questo periodo non escono dai binari della normalità. C´è un po´ di paura che serpeggia e nessuno scarta dalla strada più comoda, per cui Cassano fionda lanci nella terra di nessuno. La Juve di coraggio ne avrebbe anche, ma sta dando l´impressione di non avere i mezzi per sorreggerlo. Se ha segnato quattro gol in cinque partite dopo aver speso 22 milioni per potenziare un attacco già piuttosto potente, qualche problema ci deve pur essere. La squadra dà la sensazione di vivere nell´attesa che qualcuno accenda la luce, ma ieri gli interruttori (Camoranesi, Del Piero, Amauri) erano disattivati e allora si brancola nel buio, perché quel centrocampo gonfio di muscoli non è in grado di dare ritmo né ordine, perché ogni risorsa è affidata all´uno contro uno e allora basta intasare gli spazi (come ha fatto Mazzarri, come ha Zenga, come fece Advocaat) e trasformare i tentativi di dribbling in collose passeggiate nella folla. Del Piero ha retto solo un´ora, ma c´è chi ha fatto peggio di lui eppure Ranieri non ha operato cambi fino al 74´, quando era ormai troppo tardi anche per la potenza di Iaquinta: sarebbe stato più logico dare respiro al fiacco Amauri il cui rendimento, con un´altra punta che gli dimezza gli spazi, precipita, o al vuoto Camoranesi, per non dire dell´inutile Poulsen. Invece niente, anche Ranieri è rimasto in attesa: ma niente punizioni strambe di Del Piero, stavolta, né zampate di Amauri in faccia a difensori distratti. In pratica, la Juve non sa attaccare con la geometria di una schema né offrire alternative al genio dei suoi migliori che, per forza di cose, è instabile e come qualsiasi genere di ispirazione estemporanea. La difesa, almeno, mai si lascia sorprendere, ma del resto ieri la Samp non aveva neanche un attaccante per provare a farlo.

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