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Juventus Inter

domenica 17 agosto 2008

Il capitano a tutto tondo



Del Piero: «Voglio una Juve con l’istinto del killer»
«Sì, mercoledì ho segnato uno dei miei gol più belli ed è stata una bella vittoria, in una delle partite fondamentali per noi, il crocevia della nostra stagione. L’abbiamo detto tante volte vogliamo portare a termine il percorso iniziato due anni fa, un cammino che si deve chiudere con l’accesso alla Champions League». Alessandro Del Piero inizia la sua conferenza stampa parlando della gara contro l’Artmedia, nella quale è stato uno dei protagonisti in discussi e non solo per la rete capolavoro.Tanti gli argomenti toccati dal capitano nel suo incontro con i giornalisti
La sua condizione atletica. «Mi fa piacere di stupire in questo senso, anche se onestamente quando leggo: “Se Del Piero sta bene può fare la differenza…” rimango un po’ sorpreso, perché vendendo da due anni per certi versi strepitosi, a volte commenti di questo tipo mi stupiscono. So comunque dare il giusto peso alle cose e sono felice del momento che sto attraversando».
Ripetere la stagione dello scorso anno è possibile? «Non vedo quali siano i problemi. Capisco di non poter piacere a tutti e che qualcuno tiri fuori il discorso della mia età o della bella stagione passata, a volte anche per difendersi da certi giudizi espressi. Io so che affronterò la prossima stagione con la stessa determinazione per essere sempre al top. Non sono un giocatore che basa tutto il suo gioco sull’aspetto atletico, ho questa fortuna e per questo mi stupisco che a volte le mie partite si giudichino solo da quell’aspetto. D’altra parte sono contento di stare bene fisicamente».
Meglio il Del Piero di oggi o quello di dieci anni fa? «Non faccio questo tipo di paragoni, sono età e momenti diversi. Sono cambiate tante cose da dieci anni a questa parte. Non è cambiato però l’ambiente intorno a me: mi piace stare con le persone, che, alla fine, permettono che le mia prestazioni siano positive: le persone con cui lavoro, la mia famiglia, i miei amici. Ho sempre detto che la nascita di mio figlio è stata una “turbo-iniezione”, poi viene la preparazione e il carattere che mi ha sempre contraddistinto. Tutto questo fa sì che io riesca a mantenermi su alti livelli, ma fare paragoni con il passato è impossibile Fatica? Dipende sempre da come riesci a trasformarla in qualcosa di positivo. Le vittorie e i gol aiutano, Non è vero che non faccia fatica, ma penso che altri lavori siano più duri»
La Nazionale e i Mondiali in Sudafrica. «Già la mia volontà di partecipare agli europei per molti era quasi una sorta di bestemmia da parte mia. Non c’è un modo particolare per convincere l’allenatore a convocarti se non quello di giocare bene e il fatto che Lippi mi conosca non significa che sia avvantaggiato, anche perchè non voglio trattamenti particolari, Mi convocherà se giocherò bene».
La concorrenza in attacco. «Conosco bene l’ambiente, la squadra e le mie possibilità. Il mio pensiero non è rivolto alla concorrenza, ma a prepararmi al meglio. Nella Juve ci sono stati diversi anni con tanti attaccanti forti. E’ un bene, è un reparto che va sfruttato e sono contento dell’arrivo di Amauri e degli altri giocatori».
Più facile vincere la Champions che il campionato. «Non è un discorso sbagliato, ma secondo me sono due competizioni difficilissimi. Il fatto che il Champions si arrivi a giocare partite secche con andata e ritorno può far pensare che sia più facile arrivare in fondo, ma per farlo bisogna essere una squadra di altissimo livello. Perché la squadra che vince ha qualità, spirito, dedizione al lavoro, fede nella vittoria superiore alle altre. In Europa ci sono una decina di squadre che possono arrivare in fondo per la qualità che hanno, ma alla fine subentra qualcos’altro e questo non accade sempre. Se in quel gruppo di squadre c’è anche la Juve? Ne parliamo dopo il ritorno del preliminare».
Le potenzialità della Juve. «Non voglio dare giudizi affrettati. Noi, come potenziale e struttura di società, non possiamo essere considerati come una squadra che due anni fa era in B. L’anno scorso eravamo una neopromossa sulla carta, ma non lo eravamo in realtà. Puntiamo in alto, con calma, sapendo che questa è una squadra di primo livello».
Il mercato della Juve. «Sono soddisfatto. Sono arrivati ottimi giocatori e il potenziale è aumentato e possiamo puntare in alto. Io non scendo in campo per fare bella figura con un terzo o un secondo posto. Non mi piace pensarla così. Per me esiste il primo posto e basta. Ci siamo rinforzati e, come noi, anche le altre squadre. Sarà il campo a dire chi ha fatto meglio. Ronaldinho al Milan era nell’aria, l’Inter ha potenzialità economiche fuori mercato, la Roma ha speso poco e bene; non è cambiato molto come politica delle società rispetto agli anni scorsi. In ogni caso credo che il gap tra l’Inter e le altre squadre sia diminuito».
Il Trofeo Berlusconi. «Non ricordo vere e proprie amichevoli contro Milan o Inter. Il Berlusconi poi è sempre stata ritenuta una delle partite più importanti perché Juve e Milan gli anni passati non facevano quasi mai i preliminari e quindi veniva considerata come il primo vero test della stagione per le due squadre. Ora, anche se noi facciamo i preliminari, mantiene questa importanza
Il punto di forza e l’aspetto da migliorare. «L’elemento che mi piace di più è la determinazione e il carattere che questa maglia e questo ambiente ti danno. L’abbiamo mantenuto nonostante i cambi di allenatore negli ultimi anni, che sono stati diversi rispetto ai precedenti. Questa è una piacevole conferma e, soprattutto un elemento fondamentale per puntare in alto. Possiamo migliorare nell’istinto da killer che ancora un po’ ci manca. Siamo all’inizio e per ora va bene così, però dobbiamo cercarlo e trovarlo il prima possibile».

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